martedì 7 aprile 2009

Prima tappa del tour: Vason

Giovedì in tre sono partiti alla volta di Vason, a prendere contatti per la prima tappa del Tour. Viaggio alla ricerca del Grillo del Bondone. Tutti sanno dov’è ma noi non lo troviamo.
Porte e finestre chiuse pressoché ovunque. Due bar aperti, tra un caffè e una birra cominciamo a chiedere del Bondone. Bisognerebbe rifare gli impianti e mettere cavalli nel parco, utilizzando le malghe e i rifugi in modo da incentivare sia il turismo invernale che quello estivo. Magari la funivia da Sopramonte.
In Bondone ci vive chi non vuole casino, la montagna è dura, vivere qui è una scelta, socialità poca.
E comunque, se non sei capace di badare a te stesso, se metti i materassi davanti alle finestre per ripararti dal freddo non puoi andare a predicare in giro. Questo è il trentino bellezza.
Il nostro obiettivo rimane fare una festa. Ci mandano dal Fabrizio, al Bondonero. Gli spieghiamo il progetto, sorride. Salirà la Band, porterà la propria anima e la propria musica, sarà una carovana, furgoni suonanti, musica, cinema. Continua a sorridere.
Sabato mattina gli invasati del Vason partono alle undici da Trento.
In quattro. Due in furgone e due in macchina.
Il Bondone non è un Bidone, è arrivato il Furgone, inizia la nuova Stagione.
Viaggio indimenticabile, salotto blues sparato sul mondo. L’anima viene fuori anche se non vuoi.
Arrivati in Vason ci fanno ripetutamente notare che dove ci siamo fermati col furgone della Band per scaricare gli strumenti non possiamo stare e chiedete a chi vi ha fatto entrare di farvi anche uscire immediatamente.
Al Bondonero, Soul e voce. Clima caldo, accogliente, qualcuno ci riconosce, oggi siamo sul giornale, siamo i sciopadi. Venduto LSD a offerta e anche a due ragazzi che facevano la stagione, sarebbe finita il giorno dopo, non erano entusiasti dell’anima del Bondone.
Qualcuno comunque ha chiesto se la Band sarebbe tornata anche il giorno dopo, ma il giorno dopo il tour ci avrebbe portato in Sardagna.
Al calar del sol lasciamo Vason per Sopramonte.
Scendiamo con una idea chiara in testa: le piste non sono l’unica soluzione, c’è anche LSD.

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