Giovedì in tre sono partiti alla volta di Vason, a prendere contatti per la prima tappa del Tour. Viaggio alla ricerca del Grillo del Bondone. Tutti sanno dov’è ma noi non lo troviamo.
Porte e finestre chiuse pressoché ovunque. Due bar aperti, tra un caffè e una birra cominciamo a chiedere del Bondone. Bisognerebbe rifare gli impianti e mettere cavalli nel parco, utilizzando le malghe e i rifugi in modo da incentivare sia il turismo invernale che quello estivo. Magari la funivia da Sopramonte.
In Bondone ci vive chi non vuole casino, la montagna è dura, vivere qui è una scelta, socialità poca.
E comunque, se non sei capace di badare a te stesso, se metti i materassi davanti alle finestre per ripararti dal freddo non puoi andare a predicare in giro. Questo è il trentino bellezza.
Il nostro obiettivo rimane fare una festa. Ci mandano dal Fabrizio, al Bondonero. Gli spieghiamo il progetto, sorride. Salirà la Band, porterà la propria anima e la propria musica, sarà una carovana, furgoni suonanti, musica, cinema. Continua a sorridere.
Sabato mattina gli invasati del Vason partono alle undici da Trento.
In quattro. Due in furgone e due in macchina.
Il Bondone non è un Bidone, è arrivato il Furgone, inizia la nuova Stagione.
Viaggio indimenticabile, salotto blues sparato sul mondo. L’anima viene fuori anche se non vuoi.
Arrivati in Vason ci fanno ripetutamente notare che dove ci siamo fermati col furgone della Band per scaricare gli strumenti non possiamo stare e chiedete a chi vi ha fatto entrare di farvi anche uscire immediatamente.
Al Bondonero, Soul e voce. Clima caldo, accogliente, qualcuno ci riconosce, oggi siamo sul giornale, siamo i sciopadi. Venduto LSD a offerta e anche a due ragazzi che facevano la stagione, sarebbe finita il giorno dopo, non erano entusiasti dell’anima del Bondone.
Qualcuno comunque ha chiesto se la Band sarebbe tornata anche il giorno dopo, ma il giorno dopo il tour ci avrebbe portato in Sardagna.
Al calar del sol lasciamo Vason per Sopramonte.
Scendiamo con una idea chiara in testa: le piste non sono l’unica soluzione, c’è anche LSD.
martedì 7 aprile 2009
lunedì 6 aprile 2009
questione di musica
Si parla molto di musica negli ultimi tempi da quando i Bastard Sons of Dioniso hanno conquistato l’Italia televisiva e hanno ri-conquistato il Trentino; da quando l’assessore provinciale alla cultura Panizza ha fatto parlare di sé per il suo impegno a favore di bande e cori e da quando una lista si è affacciata alla campagna elettorale facendo della musica il fondamento della sua discesa in campo.
Musica dunque, ma per chi? E soprattutto dove?
Giovedì scorso alla trasmissione Trentino in diretta di RTTR si è parlato proprio di questo. Ospiti: l’assessore Panizza, i musicisti Cristiano Dalla Pellegrina batterista dei Negrita e Max Scantamburlo che gestisce anche un negozio di strumenti musicali, Alessandro Cocca, nella veste di candidato sindaco, musicista e gestore di un locale in cui si fa musica dal vivo.
La discussione inevitabilmente prende le mosse dal recente successo dei Bastard e fa emergere alcune questioni. Tra queste la scarsità di luoghi in cui giovani band possano esibirsi. Si tratta di un problema sollevato anche dai telespettatori che hanno telefonato durante la trasmissione, invitando Panizza a sostenere quei giovani che, come i Bastard, stentano a trovare spazi per suonare e farsi conoscere.
La soluzione proposta dall’assessore e caldeggiata anche dal batterista è di trovare un posto dedicato, magari polifunzionale con sala prove e spazio per esibirsi, meglio in un’area decentrata per non disturbare, ma controllata affinché non ci siano degenerazioni.
Ecco è proprio questo disegno pianificato di ‘promozione culturale’ e di sostegno ai giovani che forse andrebbe messo in discussione. Innanzitutto viene da chiedersi: ma la musica è solo un fenomeno giovanile o è un elemento vitale, aggregativo, che interessa la città nel suo complesso? Se sì, perché allora voler decentrare la musica? O perché farne un’occasione eccezionale come il concerto degli stessi Bastard a Borgo Valsugana e in piazza Duomo, o quello lo scorso anno di Bob Dylan? Non è forse la città stessa ad aver bisogno di momenti ordinari per rigenerarsi nella vita quotidiana?
In secondo luogo, siamo sicuri che decentrando i giovani e gli ‘incubatori di band’ si promuove la musica e si rende la città più vivibile perché depurata di questo disturbo sonoro? Procedere a suon di restrizioni e multe e spostando sempre più fuori la musica significa ignorare gli esordi e il percorso delle band che, come i Bastard, iniziano la loro carriera in locali sparpagliati tra le valli del Trentino. Il punto dunque è proprio questo: non sono i ‘posti per i giovani’ a mancare, né l’intervento della politica, anzi forse è vero il contrario (v. articolo L’Adige 4 aprile 2009, p. 26). I luoghi per la musica ci sono se non fosse che proprio quella politica che ora tributa ai Bastard grandi meriti, sta ostacolando i locali in cui queste band potrebbero suonare e altrettanti giovani potrebbero incontrarsi (v. lettera al Trentino, 5 aprile e post) .
Certo ciò che è musica per alcuni è rumore per altri. Questo pone un problema di convivenza urbana che non andrebbe eluso spostandolo letteralmente fuori dal centro, ma richiede un confronto tra musicisti, gestori di locali e abitanti. Forse più che i giovani musicisti ad aver bisogno di questi locali, è la città stessa che ha bisogno di loro per non ritrovarsi sempre più vuota e attanagliata dalla paura di uscire perché non c’è nessuno in giro.
Musica dunque, ma per chi? E soprattutto dove?
Giovedì scorso alla trasmissione Trentino in diretta di RTTR si è parlato proprio di questo. Ospiti: l’assessore Panizza, i musicisti Cristiano Dalla Pellegrina batterista dei Negrita e Max Scantamburlo che gestisce anche un negozio di strumenti musicali, Alessandro Cocca, nella veste di candidato sindaco, musicista e gestore di un locale in cui si fa musica dal vivo.
La discussione inevitabilmente prende le mosse dal recente successo dei Bastard e fa emergere alcune questioni. Tra queste la scarsità di luoghi in cui giovani band possano esibirsi. Si tratta di un problema sollevato anche dai telespettatori che hanno telefonato durante la trasmissione, invitando Panizza a sostenere quei giovani che, come i Bastard, stentano a trovare spazi per suonare e farsi conoscere.
La soluzione proposta dall’assessore e caldeggiata anche dal batterista è di trovare un posto dedicato, magari polifunzionale con sala prove e spazio per esibirsi, meglio in un’area decentrata per non disturbare, ma controllata affinché non ci siano degenerazioni.
Ecco è proprio questo disegno pianificato di ‘promozione culturale’ e di sostegno ai giovani che forse andrebbe messo in discussione. Innanzitutto viene da chiedersi: ma la musica è solo un fenomeno giovanile o è un elemento vitale, aggregativo, che interessa la città nel suo complesso? Se sì, perché allora voler decentrare la musica? O perché farne un’occasione eccezionale come il concerto degli stessi Bastard a Borgo Valsugana e in piazza Duomo, o quello lo scorso anno di Bob Dylan? Non è forse la città stessa ad aver bisogno di momenti ordinari per rigenerarsi nella vita quotidiana?
In secondo luogo, siamo sicuri che decentrando i giovani e gli ‘incubatori di band’ si promuove la musica e si rende la città più vivibile perché depurata di questo disturbo sonoro? Procedere a suon di restrizioni e multe e spostando sempre più fuori la musica significa ignorare gli esordi e il percorso delle band che, come i Bastard, iniziano la loro carriera in locali sparpagliati tra le valli del Trentino. Il punto dunque è proprio questo: non sono i ‘posti per i giovani’ a mancare, né l’intervento della politica, anzi forse è vero il contrario (v. articolo L’Adige 4 aprile 2009, p. 26). I luoghi per la musica ci sono se non fosse che proprio quella politica che ora tributa ai Bastard grandi meriti, sta ostacolando i locali in cui queste band potrebbero suonare e altrettanti giovani potrebbero incontrarsi (v. lettera al Trentino, 5 aprile e post) .
Certo ciò che è musica per alcuni è rumore per altri. Questo pone un problema di convivenza urbana che non andrebbe eluso spostandolo letteralmente fuori dal centro, ma richiede un confronto tra musicisti, gestori di locali e abitanti. Forse più che i giovani musicisti ad aver bisogno di questi locali, è la città stessa che ha bisogno di loro per non ritrovarsi sempre più vuota e attanagliata dalla paura di uscire perché non c’è nessuno in giro.
domenica 5 aprile 2009
Sardagna, abbiamo delle crepes nel cuore
In questa giornata un po' bigia, che ti mette addosso voglie di poltrire, c'è qualcuno che viene fin sotto casa tua, lassù in Sardagna, e ti chiede, con la semplicità di un sorriso, di fermarti a parlare, di ascoltare la musica, di bere un bicchiere.
Vinte le prime diffidenze, i sardi di sardagna sono venuti e hanno passato delle belle ore. Niente promesse, niente piani, niente varianti, niente progetti, abbiamo dato solo la nostra affabilità, il nostro ascolto, la nostra sapienza della convivenza.
E l'anima di Sardagna, un po', è venuta fuori.
Sardagna è un posto strano. Sembra quasi nascondersi dalla città. In questo paesello c'è chi sta bene per i fatti suoi, esercita la sua arte solitaria e ogni tanto getta uno sguardo sdegnoso al formicolante capoluogo; altri invece sono capitati qui per necessità, perchè comprare casa a Trento è da pazzi, ma non si ritrovano più di tanto.
La vita di molti sardi di Sardagna è appesa al filo della funivia. Un cabina cigolante fa la spola tra la città e l'ex hotel panorama, dove una volta c'era l'orso e dove qualcuno va per vedere il panorama e dove i ragazzetti si infrattano a limonare.
Grazie a tutti, alla siora de 96 anni che ci ha illuminato con la sua vitalità, agli alpini, sempre loro, che ci hanno elettrificato, ai bambini e alle loro barchette di carta, fradice nella fontana.
Noi si prosegue il tour, martedì Cadine. Venite.
Vinte le prime diffidenze, i sardi di sardagna sono venuti e hanno passato delle belle ore. Niente promesse, niente piani, niente varianti, niente progetti, abbiamo dato solo la nostra affabilità, il nostro ascolto, la nostra sapienza della convivenza.
E l'anima di Sardagna, un po', è venuta fuori.
Sardagna è un posto strano. Sembra quasi nascondersi dalla città. In questo paesello c'è chi sta bene per i fatti suoi, esercita la sua arte solitaria e ogni tanto getta uno sguardo sdegnoso al formicolante capoluogo; altri invece sono capitati qui per necessità, perchè comprare casa a Trento è da pazzi, ma non si ritrovano più di tanto.
La vita di molti sardi di Sardagna è appesa al filo della funivia. Un cabina cigolante fa la spola tra la città e l'ex hotel panorama, dove una volta c'era l'orso e dove qualcuno va per vedere il panorama e dove i ragazzetti si infrattano a limonare.
Grazie a tutti, alla siora de 96 anni che ci ha illuminato con la sua vitalità, agli alpini, sempre loro, che ci hanno elettrificato, ai bambini e alle loro barchette di carta, fradice nella fontana.
Noi si prosegue il tour, martedì Cadine. Venite.
Vason e Sopramonte, il Bondone
Vason avamposto montano, qualcuno direbbe che è un non luogo, un accozzaglia di cubature buttate sulle pendici del Bondone un po’ a caso, come si usava fare una volta (ma forse anche oggi) quando la montagna era la frontiera da conquistare, sotto la spinta del benessere di massa, del boom, del diritto alle ferie.
Al Bondonero, che ci ha gentilmente ospitati, piccolo show di grazia ed eleganza, musica per orecchie fini, discorsi e chiacchiere da bar. Si conclude che le piste non sono l'unica soluzione, c'è anche l'LSD...
Sopramonte, piccolo ex comune orgoglioso, che venne annesso a Trento quando c’era fame di lavoro. Scopriamo del misterioso paese di Oveno, sommerso dalle frane che scossero i Bondone nel medioevo (“fu un vulcano”, azzarda qualcuno), ci indicano la casa di Mussolini, dove il pre-duce risiedeva negli anni socialisti, e poi la piazza, una volta ricoperta di ciotoli, e oggi coperta di sterile asfalto. “A soramont se vive ben”, è un paese tranquillo, appena accarezzato dagli aliti gardesani, ben esposto ad ovest, acquattato come un gatto ai piedi del Bondone, che tanta luce toglie a noi, zitadini.
I candidati soulmoderni occupano regolarmente la piazza alle 16 circa, e comincia la laboriosa preparazione del minestrone, ricetta infallibile del maestro dei minestroni, l’Amedeo.
Organizzazione sopraffina, il minestrone è pronto nel momento in cui la gente esce dalla chiesa, dopo la messa. Qualche sguardo un po’ perplesso, quando dalla consolle il candidato sindaco attacca con James Brown (Sex Machine dopo messa di quaresima, che delizioso accostamento…) qualcuno timidamente si avvicina, ci chiedono chi siamo, cominciamo a parlare. Una vecchina, dall’apparente età di cento e rotti anni, si intrattiene a parlare con un candidato facciadangelo e il figlio, che l’aspetta in macchina, suona il clacson dimostrando insofferenza.
Nessuno mangia, alla messa ci si va sazi.
La gente poi sciama verso le proprie abitazioni. Restiamo solo noi, a provare coreografie nella fontana di marmo (vuota). La prima giornata del tour è finita, si carica il camper microfonato e si va via. A Sopramonte non passeremo alla storia.
Al Bondonero, che ci ha gentilmente ospitati, piccolo show di grazia ed eleganza, musica per orecchie fini, discorsi e chiacchiere da bar. Si conclude che le piste non sono l'unica soluzione, c'è anche l'LSD...
Sopramonte, piccolo ex comune orgoglioso, che venne annesso a Trento quando c’era fame di lavoro. Scopriamo del misterioso paese di Oveno, sommerso dalle frane che scossero i Bondone nel medioevo (“fu un vulcano”, azzarda qualcuno), ci indicano la casa di Mussolini, dove il pre-duce risiedeva negli anni socialisti, e poi la piazza, una volta ricoperta di ciotoli, e oggi coperta di sterile asfalto. “A soramont se vive ben”, è un paese tranquillo, appena accarezzato dagli aliti gardesani, ben esposto ad ovest, acquattato come un gatto ai piedi del Bondone, che tanta luce toglie a noi, zitadini.
I candidati soulmoderni occupano regolarmente la piazza alle 16 circa, e comincia la laboriosa preparazione del minestrone, ricetta infallibile del maestro dei minestroni, l’Amedeo.
Organizzazione sopraffina, il minestrone è pronto nel momento in cui la gente esce dalla chiesa, dopo la messa. Qualche sguardo un po’ perplesso, quando dalla consolle il candidato sindaco attacca con James Brown (Sex Machine dopo messa di quaresima, che delizioso accostamento…) qualcuno timidamente si avvicina, ci chiedono chi siamo, cominciamo a parlare. Una vecchina, dall’apparente età di cento e rotti anni, si intrattiene a parlare con un candidato facciadangelo e il figlio, che l’aspetta in macchina, suona il clacson dimostrando insofferenza.
Nessuno mangia, alla messa ci si va sazi.
La gente poi sciama verso le proprie abitazioni. Restiamo solo noi, a provare coreografie nella fontana di marmo (vuota). La prima giornata del tour è finita, si carica il camper microfonato e si va via. A Sopramonte non passeremo alla storia.
sabato 4 aprile 2009
Parte il tour della musica politica
Un tour, con tanto di date, eventi, incontri, concerti. Si parte dal punto più alto del comune, a mt 1500 circa sul livello del mare, per finire, tra un mese circa, nel punto più basso…
La carovana utopia seguirà un itinerario bizzarro e toccherà tutte le piazze del territorio comunale.
Oggi 4 aprile a Vason, dalle 13 ale 17, presso il Bondonero, osserveremo la neve che si scioglie, conosceremo la specie in via di riproduzione dei Bondoneri, ascolteremo la musica adatta alle circostanze. Sorsi storti e docu-film sull’impresa moderna sulla neve.
Nel pomeriggio, dalle 15 circa, presidio a Sopramonte. Il programma prevede cucina partecipativa, un bel minestrone fatto di tanti pezzi di umanità, Porta il tuo piatto e il tuo bicchiere, a riempirlo ci pensiamo noi...
Domenica 5 Sardagna, il paese che ha un nome quasi di un isola, e forse è un isola. Nessuno pensa, da sotto, che sopra quel terrazzo di roccia c’è un paese.
Dalle 15 alle 19, aperitivo lunghissimo, soul-spritz, enoutopia, musica.
VIENI!!! PORTA LA TUA MUSICA!!!
E poi, sempre, in tutte le piazze: spaccio LSD, musica, furgolove per propaganda sonica, aperitivi soulidali, animaecuore.
La carovana utopia seguirà un itinerario bizzarro e toccherà tutte le piazze del territorio comunale.
Oggi 4 aprile a Vason, dalle 13 ale 17, presso il Bondonero, osserveremo la neve che si scioglie, conosceremo la specie in via di riproduzione dei Bondoneri, ascolteremo la musica adatta alle circostanze. Sorsi storti e docu-film sull’impresa moderna sulla neve.
Nel pomeriggio, dalle 15 circa, presidio a Sopramonte. Il programma prevede cucina partecipativa, un bel minestrone fatto di tanti pezzi di umanità, Porta il tuo piatto e il tuo bicchiere, a riempirlo ci pensiamo noi...
Domenica 5 Sardagna, il paese che ha un nome quasi di un isola, e forse è un isola. Nessuno pensa, da sotto, che sopra quel terrazzo di roccia c’è un paese.
Dalle 15 alle 19, aperitivo lunghissimo, soul-spritz, enoutopia, musica.
VIENI!!! PORTA LA TUA MUSICA!!!
E poi, sempre, in tutte le piazze: spaccio LSD, musica, furgolove per propaganda sonica, aperitivi soulidali, animaecuore.
venerdì 3 aprile 2009
giovedì 26 marzo 2009
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