mercoledì 29 aprile 2009

Piazza Garzetti

Per il Laboratorio sul Moderno piazza Garzetti non è una piazza come le altre, piazza Garzetti ha il sapore di casa. Grazie all’Associazione Arteria e al Mercatino dei Gaudenti da qualche anno, sotto le scuole medie, abbiamo uno spazio adibito a magazzino, i fusti di birra avanzati ieri notte (15) li abbiamo scaricati qui sotto tutti belli pieni, e anche i pelez belli bagnati e tutto il resto. E poi in piazza c’è il Dino, gli amici nelle case Itea, i genitori di Stefania, Nettare, ecc. Sappiamo come fare: bar, cucina, Lsd, concerti e mostra quadri. Il volantino è pronto da un pezzo, addirittura abbiamo avuto il problema delle troppe richieste. Tra l’altro e sempre casualmente oggi è martedì, giorno di Happy Hour al Fiorentina e come dice il Bolner questa è la settimana dei 1000 euro al colpo; ieri dovevamo farne 6000 mila ed è andata malissimo, vedremo. Alle due del pomeriggio fuori dalla sede Mirko e Andrea mi aspettano con un regalo: è pronto il secondo impianto, possiamo andare in giro con due furgoni e farli parlare tra loro. Fantastico. Tale è la gioia che in mezzora cambia il tempo e viene il brutto. Giro di telefonate, aspettiamo, peggiora. Ale chiama i gruppi, a quelli con la batteria dice meglio evitare. Decidiamo di non stare in piazza ma nel parcheggio interno della scuola media, vicino all’accesso alla sede che in caso di pioggia è un attimo portare tutto dentro. Ripensiamo gli spazi, forse nello scantinato? Alessia dice che ricontattare gli artisti e allestire la mostra ormai è improponibile. Ale riceve disdette anche dai gruppi in acustico. Sono le sette, abbiamo allestito il bar, il telo sotto cui riparare l’impianto che è appena stato montato ma non ci sono quadri e nemmeno musicisti. I nuvoloni abbaiano ma non mordono.
Che debba saltare proprio la serata a casa nostra?
Si chiama trance, è uno stato di oltrepassamento del confine percettivo e cognitivo, il corpo e la mente vengono iperstimolati. Un esempio tipico di trance è la taranta, il tarantolato è in preda a un’energia convulsa che gli impedisce di fermarsi e smettere di ballare. Non è detto che la trance debba sortire effetti su chi la osserva, ma per chi la vive ed è stato tarantolato o pizzicato è il prezzo da pagare per liberare l’anima. La trance, come stato di oltrepassamento si contrappone all’estasi, qui corpo e mente vengono ipostimolati: lentezza, freddo, spiritualità. Noi riconosciamo la tensione tra le due energie, si tratta di capire a seconda di luogo e momento quale energia verrà liberata.
Trento Soul Moderno è una trance collettiva.
Arriva il Bolner e mi dice: ‘questa sera facciamo il botto’ ‘???’ ‘viene Carletto’ ‘???’ ‘iniziamo all’aperto e dalla mezzanotte techno party nello scantinato’ ‘Dioniso esiste!’
Sono arrivati anche Rizzo, Fausto, il resto della band e la mostra: ‘esponiamo nello scantinato i pannelli fotografici della Sloi e quelli su Trento che abbiamo usato a Goccedoro e non abbiamo più tirato fuori.’ ‘chi mi dà una mano in magazzino.’ ‘avrete qualcosa per coprire i neon? qualcosa di colorato Madonna Santa?’ ‘il bar lo facciamo io e la Barbara, qua così nessuno va in giro per le scale’ ‘se ripuliamo questo incavo nel muro ci sta perfetto il divano dei Gaudenti, è uguale anche il colore’, ‘il mio quadro lo metto dietro al dj che di notte si illumina, se lo vendete mi raccomando a caro prezzo’ ‘la poltrona sopra a quattro fusti che risalta di più e così la porta rimane aperta e prendiamo la corrente’ ‘alla strobo ci pensiamo noi, oh, siam stufi di venire dalla Val di Non a organizzarvi le feste’.
Mai fatta una festa negli scantinati di Piazza Garzetti e mai avremo pensato di riuscire a tirare su in due ore qualcosa di difficilmente ripetibile.
Alle nove Carletto inizia a suonare industriale, Elena, Marco e Giovanna vanno a chiamare gente, la mamma di Dino dall’osteria ci dice di alzare che ‘no se sent nient’.
Parlo con dei dottorandi di fuori città, quando finalmente capiscono apprezzano l’iniziativa e se la ridono. Poi mi unisco a un gruppo di giovani punk abbestia che scendono con cani e bottiglie negli scantinati. Guardano la mostra. ‘Da mezzanotte trasferiamo la musica qui sotto.’ ‘Noi chi?’ ‘Noi, quelli che hanno capito il trucchetto, che se fai una lista e vai alle elezioni per trenta giorni puoi fare festa in città…..’ ‘Dai... allora la prossima volta facciamo una lista e la chiamiamo Alex.’
Non si fermeranno a lungo, forse perché domani c’è scuola, ma il volantino Alex lo prende e lo legge.
Una lista Alex e la sua band, finito il tour ci mettiamo a disposizione di chiunque voglia farlo.
Bazza mi parla di un’immagine in un cd dei Prodigy che raffigura un ponte di corde sopra un dirupo. Da un lato del ponte forze dell’ordine pronte alla carica con in lontananza una grande città. Dall’altro lato gente che fa festa, un rave, e un tipo che mentre con una mano alza il dito medio a dire bye bye, con il macete nell’altra taglia il ponte.
Questi trenta giorni per noi sono il ponte, lo abbiamo tirato su perché dall’altra parte non c’è la polizia a caricarci e possiamo vivere la città senza troppi compromessi e leccate di culo. Speriamo lo possano tirare su anche altri, poi passati i trenta giorni si riproporrà l’amletica questione: essere o non essere, starci dentro o stare fuori, tagliare o non tagliare la corda?
In Inghilterra esiste una legge che vieta a più di otto persone di radunarsi e ascoltare techno music.
Dopo la mezzanotte in giro rimane solo la Band più Dj Mud e Dj Dominator, arrivati dalla Val di Non con impianti e strobo. Sopra si parla di techno party e soul partiti, sotto Ale libera l’anima.

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