mercoledì 22 aprile 2009

Mattarello

A Mattarello abita Roberta che ha preparato il terreno e sale sul furgone a invitare, uno per uno, i suoi concittadini: ‘Ciao Sandro unisciti alla Band questa sera in piazza a Mattarello dalle ore 21.’
Siamo in piazza e per l’occasione avremo un special guest: Lorenzo Dellai. La lista circoscrizionale dell’Upt organizza una serata con Dellai nella sala della circoscrizione, esattamente dietro a dove metteremo la batteria, chissà come andrà a finire?
Noi iniziamo ad allestire, rispettosi ma al tempo stesso determinati. La piazza è per noi: è raccolta, c’è la fontana per il bar, lo spazio per il furgone, il palco e il proiettore (enorme). Questa sera: tributo ai Red Hot Chili Peppers con i Funk Monks, proiezioni sulla città commerciale del Foto Club di Mattarello e LSD per tutti a tre euro, sono arrivati i nuovi modelli, quelli fatti fare con la scritta.
Più di una persona si ferma mentre allestiamo. Tra queste c’è un cantante di una sessantina d’anni, repertorio anni ’60, fino a dieci anni fa suonava con un duo, spesso anche in un locale fuori da Mattarello di cui non ricordo il nome, grandi feste. Poi proibite dal comune. I gestori dei locali devono offrire cultura alle persone se no queste non vanno e infatti il locale ha chiuso. Non suona più, neanche alla festa del paese, lì suona il macellaio con il suo gruppo. Il paese è un mortorio, ‘questa sera verrò e porterò gente’.
Passa una ragazza ‘anarchica’ sui trent’anni: ‘ma dai? Non sapevo che si potessero fare queste cose.’ ‘i ragazzini hanno rovinato il movimento anarchico. Anarchia non è rompere le vetrine o spaccare tutto, anarchia è fare quello che vuoi, essere libero. Se riesco ci vediamo dopo.’
La preoccupazione si vede solo in chi abita sopra di noi e in qualcuno con il cellulare in mano che continua a ronzarci attorno.
A sera il clima è disteso, la sensazione che ho è che facciamo comodo: siamo un argomento su cui discutere, altrimenti affiorerebbero le rivalità di partito, e se si sentirà musica dentro la sala la serata sarà più animata.
Non dimenticherò l’arrivo di Dellai in questa piazza della città di Trento. Arriva a piedi, soprabito chiaro, occhi piccoli, bianco in viso. Subito almeno dieci persone poi sempre di più si fanno attorno gettandogli ai piedi rami di ulivo: ‘Maestro. Maestro. Maestro ci dica una parola per capire quello che succede?’ ‘Figlioli, la musica è un messaggio universale.’ ‘Grazie, grazie Maestro. Bravi ragazzi. Musica! Musica! LSD! LSD!’ E tutto il gregge sparisce nella sala dietro al buon pastore. Nessuno ci ronza più attorno, restiamo noi e le scimmie funky.
Arriva anche il nostro pubblico, numeroso. I ragazzi sanno suonare e piacciono anche se è il loro primo concerto. Alle undici finiamo noi e anche l’Upt. Qualcuno ci ringrazia per avere animato la serata, lo immaginavamo. Alle undici e un quarto appare Dioniso: i Funky Monks ricominciano a suonare, fanno i bis e anche i tris. Perché? Perché si può e di solito non si può niente.
Suck my kiss per tutti anche per quello lì che ha ricominciato a telefonare ronzandoci attorno.
Prossima tappa Roncafort.

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