lunedì 20 aprile 2009

Madonna bianca due.

Alle quattro ci troviamo sul campo di battaglia. Piazzale Europa. E per chiamare le cose con il loro nome Madonna Bianca viene prontamente ribattezzata Waterloo. Campagna finita. Se il richiamo può sembrare eccessivo, ci limitiamo a dire Water, acqua. Water, cesso. Merda.
Piove governo ladro! E’ andata male.
Pensare che tutto era pronto, avevamo il palco e ce n’era anche uno naturale nella piazzetta, eravamo andati in giro con il furgone piazzandoci sotto le torri, una ad una, aspettando che la gente uscisse, era pronta la cucina e anche il bar.
Tentiamo di cambiare posto: proviamo al Soultrain, al Bruno, alla Stube, al Simposio; niente da fare.
Non ci sono alternative, o annullare tutto o tentare lo stesso cercando un posto al coperto. Il posto lo si intravede di fianco alla banca. L’acustica sembra disastrosa, piuttosto squallido il luogo e umida la situazione. Di fronte a noi suoneranno i Madd, una band da 500 persone al colpo, passano di qui per caso e li sottopaghiamo, se vedono il posto magari non suonano neanche.
Ce la giochiamo.
Quando non c’è più niente da perdere si mollano i freni, la band del Soul Moderno suona al completo: chi spazza, chi recupera pezzi, chi monta l’impianto, chi crea la scenografia, chi il bar e la cucina, chi va col furgone, chi la spiega ai Mad. Ci stanno.
Quando i Madd provano, sono all’incirca le sette, a Madonna Bianca c’è la messa, grande affluenza, veramente notevole.
Alle nove e mezza siamo tutti pronti. Saremo in cinquanta, forse meno. Per la garage band una garage garage location, il posto migliore per girare un video, lo gireremo. I primi a notarlo sono loro, traduco dall’inlese-olandese: ‘Ieri eravamo in un grande posto a Roma, con tantissima gente, ma qui ci piace di più’. Loro iniziano a suonare, noi a ballare e gridare. Fa caldo, l’acustica è perfetta, si sente in Clarina. Pochi da Madonna Bianca. Andrea, guardando dentro le finestre delle case, mi fa notare le luci che cambiano, è lo zapping delle TV. Videodrome fratello, godiamoci questi trenta giorni. Per l’occasione la cucina è autogestita: hai anche tu delle crepes nel cuore? Unisciti alla band. Il bar fa affari d’oro, finiamo in pareggio e anzi avanziamo trenta euro. Finisce il concerto, fanno un altro pezzo e poi, mai successo, ne fanno un altro ancora. A fine serata chi è rimasto finisce il fusto.
Se abbiamo resistito a Waterloo non ci ferma più nessuno.

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